Malombra di Francesca Compagno

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«Benvenuta al Real Collegio, signorina Capecchi.»
Il funerale della madre si è appena concluso quando Asia, diciassettenne, viene spedita dal padre, importante uomo d’affari collerico e anaffettivo, in una delle scuole più esclusive di Lucca.
Fin dal principio, l’impressione è tetra: il collegio è quasi disabitato; la cameriera è una ragazza taciturna e scostante, e l’inserviente, Igor, è un uomo storpio, dal volto sfigurato da una grave ustione.
La direttrice Magnani, dulcis in fundo, è di una severità che rasenta il dispotismo. Una delle regole del collegio prevede infatti il sequestro del cellulare. E poi silenzio e disciplina.
È dura, ma Asia si adatta. Sa che odierà ogni momento, ma spera di poter presto liberarsi dalla reclusione paterna con la maggiore età.
Le compagne sono soltanto quattro: tre gemelle di nome Sara, Sabia e Serena, e una bellissima orfana di nome Ilaria, che è cresciuta tra quelle mura. Il rapporto con loro non è idilliaco: le coetanee hanno un atteggiamento scostante e sottomesso, mentre la ragazza che funge da cameriera si sottrae a ogni tentativo di approccio.
L’unica presenza amica, la professoressa Diana Cannella, scompare poco dopo con la scusa di un’influenza. A sostituirla, il fascinoso ed enigmatico professore Arthur Costa.
Asia ne è attratta, soprattutto per il nome e la passione comune: entrambi amano le poesie di Rimbaud.
Ma le lezioni con lui divengono sinistre quando, durante il loro svolgimento, la ragazza inizia a cadere in stati di torpore dove ha visioni raccapriccianti che in breve non si limitano alle lezioni: inizia a fare incubi angosciosi a qualsiasi ora. Inoltre, si sente spesso osservata e altrettanto spesso ode dei rumori fuori dalla porta della propria camera, ma trova sempre i corridoi vuoti. Invece dalla finestra nota Igor e Arthur che confabulano, come se si conoscessero ben oltre il rapporto inserviente/professore.
Per ritrovare un minimo di entusiasmo e spezzare la tetra monotonia del collegio, Asia chiede il permesso alla direttrice di accedere alla biblioteca. Lì, prende una raccolta di poesie di Rimbaud da leggere in solitudine. Finché un giorno non trova anche un grimorio di magia.
Giusto un paio di giorni dopo Arthur si presenta in classe con un piccolo scrigno, il cui contenuto ignoto ossessiona Asia che, approfittando di una distrazione del professore, lo apre. Al suo interno, una mano scheletrica.
Inorridita, la giovane inizia a dubitare della vera identità del professore, che con lei alterna momenti di paterna gentilezza ad altri di furiosa impazienza, il tutto mentre continuano i vividi incubi di stupri, botte, sevizie da parte di un uomo che sembra essere il suo padrone.
Per non impazzire, Asia passa sempre più tempo libero in biblioteca e comincia a leggere il grimorio dove scopre che la pratica della mano nello scrigno è un mezzo potente per i ritua-li sugli spiriti e sulle entità infere.
Quindi, chi è davvero Arthur Costa?

Descrizione

Il desiderio di essere amati, la perdita di qualcuno a noi caro,
sogni a occhi aperti, il ritrovamento di un grimorio, riti esoterici
e una sola certezza: non puoi fuggire dal tuo passato.

Informazioni aggiuntive

Peso 0,325 kg
Dimensioni 15 × 21 × 2 cm
Versione

Cartaceo, E-Book

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